mercoledì 29 novembre 2006

Una sola cosa è certa, ogni promessa è debito

Alfredo scuce al nonno il permesso per andare a Padova (con duecento e rotti euro)

- Ma qui non c’è mai niente di bello da fare!
Il ragazzo dai capelli lunghissimi cominciò a lamentarsi col nonno.
A sentirlo, in campagna non c’erano stimoli, il tempo non passava mai e lui mica poteva suonare la chitarra tutto il santo giorno. Il vecchio, alle prese con i piatti e le pentole incrostate dalla polenta della sera prima, provò a dire che era solo questione di abitudine, che di lì a qualche giorno avrebbe forse apprezzato la vita tranquilla, il silenzio, l’aria campestre, la cucina casalinga e tutto il resto.
- Per favore nonno! Qui non so mai cosa fare! - protestò il ragazzo gironzolando attorno al vecchio.
- Dovrei dirti di sì come premio per la figuraccia che mi hai fatto fare? - replicò il nonno con le mani in fondo al lavello.
- Ma nonno! Io non pensavo che saresti finito in casa di riposo come i vecchi!
- Tu non pensavi, ma io ci sono finito.
- Ti prometto che non succederà più!
- Mi hanno preso per matto quelli del paese vicino. Lo sai?
- Da oggi sarò più buono con te nonnino!
- Tutti i ragazzi fanno così quando vogliono qualcosa: giurano che saranno più bravi.
- Ma io voglio solo andare in città! Voglio iscrivermi al corso d’inglese! Lo hai detto anche tu che se oggi non conosci l’inglese non vai da nessuna parte...
- Tutti i ragazzi ripetono sempre la stessa storia quando vogliono avere qualcosa.
- Ti prometto che ti aiuterò nell’orto quando non dovrò studiare!
Il nonno diede due colpetti di tosse. Si voltò verso il nipote, che si fermò vicino a lui.
- Tutti i ragazzi…
- Ho capito! Ho capito! Ma io non sono mica come gli altri nonnino! - s'alterò Alfredo - Ti prometto che non finirai mai più in una casa di riposo! Neanche da vecchio!
Il nonno cominciò ad asciugare le stoviglie con uno strofinaccio.
Alfredo riprese a gironzolargli intorno.
- D’accordo. Puoi andare a Padova. Ma mi devi promettere una cosa: sarai a casa per l’ora di cena.
Il ragazzo esplose come una molla.
- Evviva il nonno! Promesso! Promesso!
- Per le otto al massimo ti voglio a tavola. Intesi?
- Alle otto! Grazie nonnino! Come sei buono! - sbraitò il giovane mentre saltava.
- Tu lo sai, è vero, che le promesse vanno mantenute. Perché se no...
Il ragazzo smise di saltare. Rimase in attesa.
- Perché se no... eh, se no… se no che promesse sono? - farfugliò il vecchio, riprendendo subito a passare lo straccio sopra un altro piatto.
- Giusto nonno! Parole santissime! - confermò il ragazzo.
E per ringraziarti della fiducia, sai che ti faccio nonnino? - strappò di mano lo strofinaccio al vecchio.
Ti aiuto io! - e si mise di buona lena ad asciugare i piatti lavati.
Il vecchio lo guardò fare.
- Nonno?
Restò in silenzio.
- E i soldi per l’iscrizione al corso?
- I soldi? Perché quanto costa?
- Sono solo duecento, è il corso base!
- Duecento euro? Sono… due… no, aspetta vediamo… sono…
- Neanche quattrocentomila lire nonnino! - lo anticipò il ragazzo.
- Metà pensione!
- Nonno, è il corso base! È quello che costa meno...
Il vecchio fissò il lavello.
- Vorrà dire che aspetterò tempi migliori per risistemare la cantina. Ho aspettato tanto, non mi cambia certo la vita aspettare ancora un po’, no?
- Mitico nonno! Investi sui giovani!
- Mi prometti che ti impegnerai davvero?
- Promesso! - scattò euforico il ragazzo, e dopo aver preso un altro piatto:
- Nonno?
Il vecchio restò ancora in silenzio.
- Le corde della mia chitarra...
- Cos’hanno?
- Ieri sera si sono rotte di nuovo - spiegò Alfredo sciogliendosi la coda di cavallo.
Il vecchio prese il piatto dalle mani del nipote. Iniziò a passarci lo strofinaccio sopra. Non disse nulla.
Alfredo stava già sulla strada bianca che puntava sbilenca la fermata del bus.
Aveva con sé duecento euro per il corso d’inglese e qualche soldo per le corde della sua vecchia chitarra.
Dalla finestra della cucina il nonno lo guardò rimpicciolirsi. Si asciugò le mani con lo strofinaccio. Lo trovò un po' troppo umido.
- Padova - pensò.
- Speriamo bene.