Alfredo trovò tutto buio e silenzioso. Oltre la statale che squarciava il paese, la chiesa dormiva. Al di qua, la porta del bar mostrava le serrande abbassate. L’orologio tondo del campanile segnava le nove di sera. Sulla statale, per quel che la foschia lasciava vedere, non c’era nessuno.
Alfredo sentì lo stomaco crepitare. Mise una mano sul ventre e si incamminò per la statale. Sentì un rumore dietro di sé, gli parve lontano. Ma dopo due passi si voltò, che il rumore si era fatto più forte. Vide due grossi fari di camion bucare di colpo la nebbia. Si scostò dalla strada, scivolando coi piedi sul ciglio d’erba folta e bagnata, e si aggrappò al tronco di un enorme viscido platano. Il veicolo sfrecciò con un frastuono di ferraglia che a poco a poco si disperse nella nebbia. Il ragazzo dai capelli lunghissimi, nel farsi forza contro il platano per risalire sulla strada, fece cadere un paio di fogli. Uno era giallo, conteneva la pubblicità di un corso rapido d’inglese, l’altro era bianco, con delle scritte verdi a caratteri cubitali. Raccolse dall’erba quest’ultimo: “Padroni a casa nostra!”. Lo lesse un’altra volta, poi si guardò attorno. Lasciò il foglio alla base del platano e riprese il cammino. Dopo pochi passi, sulla destra, trovò un imponente cancello di ferro battuto che sbarrava l’ingresso a una stradina di sassi. In fondo, sfocata nella foschia, Alfredo distinse una villetta con una terrazza illuminata. Davanti, erano parcheggiati un trattore alto quanto la casa e una Bmw scura con dei vistosi cerchi argentati alle ruote e un assetto sportivo che comprendeva alettoni avanti e dietro e minigonne a ogni lato.
Il ragazzo si avvicinò al campanello. Non trovò alcun cognome ma soltanto due nomi, uno di fianco all’altro: “Mario e Giovanni”. Appena sotto un adesivo: “No Geova”. Sentì di nuovo un crampo di fame prenderlo allo stomaco e suonò. Immediatamente, un faro posizionato ai piedi del cancello accecò il ragazzo. Non appena fu capace di riaprire gli occhi vide che le punte del cancello erano lunghissime e affilate, e sostenevano tre pali di legno con altrettante bandiere. Quella più a destra era amaranto e aveva un leone dorato al centro. Quella più a sinistra era bianca e aveva un omino con un uno scudo in una mano e una spada levata al cielo nell’altra. La bandiera al centro, più alta rispetto alle altre, era tutta rossa con la scritta “Ferrari”.
Mentre Alfredo se ne stava col naso all’insù a fissare le bandiere, una voce maschile, roca e decisa, tuonò dalla villa.
- Chi è?!
- Salve... - improvvisò Alfredo senza riuscire a individuare da quale punto arrivasse la voce - Volevo solo chiedere se...
- Non serve niente, arrivederci!
- Non... - provò il ragazzo, riuscendo ora a scorgere la sagoma scura muoversi nella terrazza.
Ma non fece a tempo di terminare la frase che già la porta s’era richiusa. Allora il ragazzo risuonò il campanello per poter illustrare l’equivoco. Qualche secondo e sentì un cane ringhiare. Fece d’istinto un passo indietro. Da dietro la villa spuntò un enorme cane nero, che puntò deciso il cancello, rabbioso. Alfredo, con un paio di balzi, si rimise sulla statale e cominciò a correre.
Quando si fermò per rifiatare, la nebbia si era leggermente levata e la luna, rotondissima in cielo, si sforzava di rischiarargli la strada.
Una volta a casa non ebbe nemmeno la forza di levarsi il giubbotto. Trascinò una sedia davanti al camino e ci si buttò sopra, allungando le gambe per poggiare le scarpe da ginnastica sulle pietre grezze del focolare.
Un minuto dopo era già che russava.
Così fece per tutta la notte finché, di buon mattino, fu svegliato da un bussare alla porta. Si destò rintronato per la posizione tenuta nel sonno, e con un nuovo crampo di fame gli dava il buongiorno, riuscì a chiedere chi era.
- Sono io! Apri! - rispose una vocina irritata.
Era il nonno, rimasto fuori casa per tutta la notte.
venerdì 17 novembre 2006
Com'è dura essere straniero in casa d'altri
Alfredo va in paese convinto di poter rimediare qualcosa da mangiare
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3 commenti:
grande calia!
Complimenti, mi sembra tutto molto bello!
Bravi ragazzi!
leggerò con calma...
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